Addio graduatorie per entrare al nido, file infinite al mercatino dei libri scolastici usati ed estati roventi trascorse al centro ricreativo organizzato dalla parrocchia: queste tre comunissime realtà con cui tutte le famiglie italiane hanno, hanno avuto o avranno a che fare potrebbero in un futuro diventare un racconto d’altri tempi, da ripetersi con un tono a cavallo fra il nostalgico e il critico.
Welfare aziendale: le aziende in soccorso delle famiglie
Grazie al Welfare aziendale l’erogazione di servizi utili alle famiglie sta passando sempre di più nelle mani delle aziende che, per svariati motivi, si rimboccano le maniche e vanno a supplire quelle carenze che l’austerity di questi anni ha drasticamente tagliato dall’offerta pubblica.
Spinte dalla volontà di “coccolare” i propri dipendenti e, quindi, migliorare il loro benessere in azienda, dall’intenzione di voler retribuire in maniera non monetaria lo sforzo e l’impegno sul lavoro, ma anche in un’ottica di aumentare la loro produttività, ridurre l’assenteismo e attrarre nuovi talenti, le aziende si stanno sostituendo al sistema di welfare pubblico.
Il benessere in azienda parte dalla famiglia
Questo non può che tradursi per le famiglie in servizi di qualità e su misura per le proprie esigenze, con ottimi livelli di soddisfazione di quanti si sentono ripagati del loro impegno professionale anche da questo punto di vista.
Conciliare i tempi personali e professionali non è semplice, assolutamente, e in mancanza di un sistema statale che possa agevolare quest’impresa sempre più impossibile le proposte di welfare aziendale sono sicuramente da guardare con un certo interesse e con la speranza che siano in crescita i datori di lavoro che decidono di intraprendere questa strada.
Se ciò divenisse una realtà diffusa, non ci rimane che immaginare un domani senza più mattine imbottigliate nel traffico per portare il bambino al nido o i salti mortali per trovare chi d’estate ci tiene i bambini, durante la lunghissima chiusura delle scuole….
Il video della settimana